sabato 7 settembre 2013
La mia croce_com'è andata a finire
Fatto, sono andata a vedere ciò che il G.I. aveva venduto.
Il posto è carino, rientra anche parecchio nella mia filosofia del riuso.
Insomma c'era parecchia roba della piccola donna anche comprata da me, ma il punto è che una volta lì mi sono sentita così addolorata e mortificata che la titolare del negozio avrà pensato fossi una depressa imbottita di litio.
Insieme alla piccola donna abbiamo recuperato solo una maglietta fatta all'uncinetto dalla mia nonnina che non c'è più (12 eurini spesi bene nonnina, se fossi in vita dovresti aprire un negozio) e una gonnellina jeans che avevo comprato in un negozio stra-figo e che ora mi era costata solo 6 euro.
Un bazza insomma.
Sono uscita svuotata e con gli occhi lucidi.
Insomma per sette anni accetti compromessi, fai di tutto perché la piccola donna capisca che i suoi genitori ci sono e vanno ancora d'accordo, ti illudi a sprazzi che la famiglia allargata possa esistere ma la realtà che quotidianamente ti viene sbattuta in faccia è un'altra. E sicuramente dall'altra parte lui la penserà allo stesso modo.
Sono proprio due mondi opposti, due visioni della vita agli antipodi.
Usciti dal negozio la piccola donna mi fa "Beh dai così è ndato tutto bene, noi ci siamo riprese i nostri ricordi e papà ha guadagnato qualche soldino".
Amen
LA MAIA che domani tonerà quella di sempre ma che oggi proprio non ce la fa
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